Agassi: Open

Andre Agassi
OPEN  (Titolo originale: Open. An Autobiography, 2009)

openUn libro sconcertante. La ricerca di se stessi in mezzo alle difficoltà della vita, che  in definitiva, è la storia di ognuno di noi. Un’autobiografia che parla di tennis ma anche di molto altro, la voglia di perfezione che si traduce in delusioni e impossibilità di appagamento, la smania di decifrare il mistero dell’umana insoddisfazione.

Per la prima volta viene mostrato  cosa significa essere un campione, la gavetta cui si deve inevitabilmente passare, le rinunce, i sacrifici, le violenze sul proprio corpo, l’ agitazione, il dolore, il terrore, il panico, la disperazione.

Una carriera sportiva che passa per la caduta e la redenzione. Nei ringraziamenti Agassi fa il nome di J.R. Moehringer ( premio Pulitzer americano) utilizzato come  ghostwriter ma vi assicuro che nemmeno per una riga si ha la sensazione che a parlare non sia il grande tennista, una spavalderia stilistica che si sposa perfettamente con il suo essere ribelle, indisciplinato, indomabile.

Costretto ad allenarsi fin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico che voleva farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento di odio smisurato per il tennis rendendosi anche conto di possedere un talento eccezionale. Tutta la sua carriera sportiva sarà in bilico tra autodistruzione e ricerca della perfezione, tra cadute e risalite. Molti gli incontri descritti (Agassi in un’intervista ha raccontato di ricordare a memoria tutte le sue partite, gli avversari, i punteggi) ma c’è spazio anche per i suoi amori, l’attrice Brooke Shilds e l’attuale moglie, la campionessa di tennis Steffi Graff.

OPEN è diventato un caso letterario. C’è che la considera la più bella autobiografia di uno sportivo mai scritta (o fatta scrivere non importa) chi invece si  domanda sconcertato: perché l’ha fatto? Alcuni giornalisti sostengono che tali autobiografie fanno quasi sempre danni, soprattutto allo sport. Dopo la sua ammissione di essere stato dipendente dalle metanfetamine in tanti chiedono indietro trofei e i premi milionari. Marat Safin ha definito l’autobiografia di Agassi una cosa assolutamente stupida.

Onestamente non so cosa c’è dietro (egocentrismo, autolesionismo, operazioni di marketing?) ma vi assicuro che la storia è straordinaria e si legge d’un fiato. Uno di quei libri che avrei voluto centellinare per non finirlo troppo in fretta e nello stesso tempo non sono riuscita a interromperne la lettura. Ho letto le 500 pagine in 2 giorni.
Provare per credere.

Questa voce è stata pubblicata in RECENSIONI LIBRI e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.