MILAN KUNDERA
La vita è altrove – Život je jinde (1993)
Mi è piaciuto molto questo romanzo, la storia di Jaromil, un adolescente che vive la sua vita da poeta predestinato, con la convinzione di essere un individuo speciale, quasi un eletto per le sue doti liriche. È la madre a incitarlo, convincerlo delle sue eccellenze, guidarlo in maniera ossessiva nelle esperienze di vita, accudirlo con amore anche da adulto, fino a preparargli ogni giorno i vestiti da mettere, comprese le orrende mutande di lana che lui odia e se ne vergogna davanti alle sue amanti.
Il rapporto amore-odio con la madre oppressiva e accentratrice che tenta continuamente di imbrigliarlo, si riflette in maniera inevitabile nelle relazioni con le donne, rapporti morbosi, a tratti violenti e dominati dalla gelosia asfissiante. Jaromil ha l’ingenuità e l’orgoglio della sua giovane età, nella quale sogni e realtà si confondono e con le poesie crea un mondo interiore dove si vendica delle umiliazioni subite nella realtà. Crea il suo alter ego, Xaver, sicurò di sé ed esperto del mondo, che vive una vita a lui negata.
Jaromil cresce e il diventare adulto porta con sé la consapevolezza che il mondo non è quello che aveva sperato, la sua vita è altrove, non nella trita normalità del quotidiano. L’occasione per il riscatto avviene con l’avvento del socialismo e Jaromil si lancia con entusiasmo nell’impegno politico mutando anche il modo di far poesia, affinché i suoi versi siano il sottofondo della conquista di gloria e libertà. E per la rivoluzione sarà disposto a tradire amori e affetti per poi scoprire di essere stato profondamente truffato.
La poesia è il filo conduttore dell’intera narrazione, vista come rivelazione dell’incapacità di partecipare alla vita reale, ma anche mezzo per esprimere emozioni e sentimenti.
Una storia avvincente e mai banale, che incanta anche per lo stile elegante e pregevole.