Aleksej Tolstoj: L’iperboloide dell’ingegner Garin

Aleksej Tolstoj L’iperboloide dell’ingegner Garin

Titolo originale (russo): Гиперболоид инженера Гарина
Edizione italiana: Morlacchi Editore, 2021 traduzione di Francesca Tuscano

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“L’iperboloide dell’ingegner Garin” è un romanzo di fantascienza del 1927 di Aleksej Tolstoj, di cui Francesca Tuscano è la traduttrice della prima edizione italiana per Morlacchi Editore.

Aleksej Tolstoj (1883-1945), è tra i maggiori narratori russi della prima metà del Novecento, noto in Italia anche per aver riadattato in lingua russa il Pinocchio di Collodi. La sua versione s’intitola “La piccola chiave d’oro” o anche “Le avventure di Burattino”.

Il romanzo narra la vicenda dell’ingegnere pietroburghese Pëtr Garin, inventore dell’iperboloide, una macchina che genera un raggio di calore di enorme potenza, che intende utilizzare per impadronirsi del mondo con la complicità di Zoja, bellissima avventuriera russa. I soldi per finanziare il progetto  saranno quelli del miliardario americano Rolling. A impedirglielo ci penserà Vasilij Šel’ga, poliziotto bolscevico.

Tra ironia, fughe nel fantastico, critica sociale e politica e condanna della guerra (il romanzo evoca continuamente la tragedia della Prima Guerra Mondiale), “L’iperboloide dell’ingegner Garin” è un piccolo gioiello della letteratura mondiale tra le due guerre.

È stata per me una lettura entusiasmante, senza cali di ritmo e ve lo dice una che non ama il genere. Interi brani sull’orrore della guerra sono da sottolineare e tenere da parte, la caratterizzazione di Garin, malato di delirio di onnipotenza, è sovrapponibile in tutto e per tutto a criminali passati e attuali. Mirabile la traduzione dal russo.

Lettura consigliatissima.

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