Moravia: La noia

ALBERTO MORAVIA
La noia (1960)

moravia

Il romanzo appartiene al filone contemporaneo della letteratura esistenzialista ed è un lungo monologo in cui il protagonista spiega la sua particolare condizione di ‘noia’ come conseguenza dell’essere ricco.

Il suo male di vivere deriva dall’impossibilità di mutare tale condizione perché per quanto rifiuti dalla madre soldi, auto e ricchezze, non può cambiare la sua condizione di essere ricco. La noia diventa ossessione, Dino cerca disperatamente uno strumento di liberazione e crede di trovarlo nella passione carnale per la giovane Cecilia.

Temi centrali della narrazione sono il senso del possesso e l’incapacità di raggiungere la felicità nei modi tradizionali. Le atmosfere di sfacelo e aridità morale del mondo borghese sono quelle che ricordavo da ‘Gli indifferenti’ letto qualche anno fa, paure e angosce analizzate  in modo maniacale.

Mi è piaciuto molto il personaggio di Cecilia, una ragazza cresciuta in un ambiente squallido e  affettivamente povero,  dal linguaggio «freddo, generico e scolorito che sembrava essere il frutto di una disattenzione invincibile», che sa esprimersi soltanto attraverso l’espressione sessuale.

Straordinari gli interrogatori cui Dino sottopone Cecilia, potente l’immagine della tela bianca sempre presente che  il protagonista pur definendosi pittore, è incapace di dipingere.

Una scrittura elegante dallo stile austero con descrizioni ai minimi dettagli che rendono gli scenari quasi reali. Grande Moravia. Bel romanzo, lo consiglio.

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