Spazio insufficiente: Finestre con le sbarre

 

finestra

Ogni giorno si ripete la stessa scena: in vista di casa Anna vede materializzarsi il fardello dei patimenti personali. Sente di abitare in una casa con le  finestre sbarrate, dove gli scuri impediscono alla luce di entrare, dove si soffoca per mancanza d’aria. Che ci faccio in questa disgraziata routine? Ha come l’impressione che a pochi passi da lei, se solo riuscisse a liberarsi dai legacci, ci sia la vita vera. Nell’ultima settimana si è verificato l’ennesimo episodio sgradevole, Pietro ha alzato la voce fino a gridare e Alice spaventata si è messa a piangere tappandosi le orecchie con le mani. Un comportamento sconveniente per un padre attento come dice di essere e un marito che trova sempre una scusa per non chiedere scusa. I litigi lasciano entrambi arroccati nelle proprie posizioni e si tira avanti. E possono succedere anche cose come queste: Anna che parcheggia l’auto sotto casa ma si attarda a scendere, Anna che immagina di salire le scale di casa al rallentatore per rimandare l’apertura del portone,  Anna che decide di rimanere ancora un po’ nell’auto, e a occhi chiusi e in assoluta immobilità cerca di far tesoro delle parole di Battiato che passano alla radio: il mio maestro m’insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire.

Tratto dal romanzo SPAZIO INSUFFICIENTE (2F Editore, 2016)

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