L’incipit di un romanzo

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L’Incipit è, nell’uso comune della critica letteraria, l’avvio di un’opera letteraria, e costituisce uno degli elementi più importanti di un romanzo, quasi fosse il biglietto da visita dello scrittore.

Un testo con un incipit accattivante ha maggiore possibilità di interessare il lettore e farlo desistere dall’abbandonare il libro, in fondo la prima impressione è quella che conta e ogni scrittore sa quanto sia impegnativo trovare il giusto avvio di una storia.

Non esiste regola per la creazione dell’incipit di un romanzo o di un racconto. Può servire a dare informazioni essenziali della storia o a creare l’atmosfera, oppure può essere la presentazione del contesto in cui si dipana la vicenda o la descrizione del protagonista della storia.

Vi propongo come esempio alcuni tra i miei incipit preferiti.

“Lo Svedese. Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora così perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo. Era magico il nome, come l’eccezionalità del viso. Dei pochi studenti ebrei di pelle chiara presenti nel nostro liceo pubblico prevalentemente ebraico, nessuno aveva nulla che somigliasse anche lontanamente alla mascella quadrata e all’inespressiva maschera vichinga di questo biondino dagli occhi celesti spuntato nella nostra tribù con il nome di Seymour Irving Levov.”
da Pastorale Americana di Philip Roth

“Il sole non si era ancora levato. Il mare non si distingueva dal cielo; era solo appena appena increspato, come un panno gualcito. Piano piano, col cielo che si schiariva si poggiò sull’orizzonte una linea scura che li divise, e il panno grigio si spezzò a forza di colpi veloci, che da sotto salivano in superficie incalzandosi, uno dietro l’altro, in un movimento perpetuo.”
da Le onde di Virginia Woolf

“Da un po’ dopo le due sin quasi al tramonto del lungo immoto afoso estenuato morto pomeriggio di settembre rimasero seduti in quello che Miss Coldfield chiamava ancora l’ufficio perché così l’aveva chiamato suo padre – una buia stanza calda senz’aria con le persiane tutte chiuse e inchiavardate da quarantatré estati perché quand’era ragazza lei qualcuno era convinto che la luce e l’aria mossa portassero calore e che al buio facesse comunque più fresco, una stanza che (come il sole andava battendo sempre più piano su quel lato della casa) si zebrava di lame gialle dense di pulviscolo che Quentin pensava formato di minuscole scaglie della stessa vecchia vernice rinsecchita e morta in via di scrostarsi dale persiane e sospinta all’interno come dalla forza del vento.”
da Assalonne! Assalonne! di William Faulkner

“Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre. Carini e tutto quanto -chi lo nega – ma anche maledettamente suscettibili”.
da Il giovane Holden di  J. D. Salinger

Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo.
In casa Oblonski tutto era sottosopra. La moglie aveva scoperto la relazione amorosa del marito con una francese che era stata istitutrice in casa loro, qualche tempo prima, e gli aveva dichiarato che non poteva più vivere con lui sotto lo stesso tetto.
da Anna Karenina di Lev Tolstoj

“Poco dopo l’alba, o quella che sarebbe stata l’alba in un cielo normale, Mr. Artur Sammler osservò col suo occhio cespuglioso i libri e le carte nella sua camera da letto sulla West Side e sospettò fortemente che si trattasse di libri sbagliati, di carte sbagliate. In un certo senso non aveva troppa importanza per un uomo di oltre settant’anni e per di più senza impegni di sorta.”
Da Il pianeta di Mr Sammler di Saul Bellow

“Quando Julis de Coster jr. si ubriaca al Petit Saint Georges e l’impossibile infrange d’un tratto le dighe della vita quotidiana”
Per quel che riguarda personalmente Kees Popinga, si deve convenire che alle otto di sera c’era ancora tempo, perché a ogni buon conto il suo destino non era segnato. Ma tempo per che cosa? E poteva lui agire diversamente da come avrebbe poi agito, persuaso com’era che i suoi gusti non fossero più importanti di quelli di mille altri giorni del suo passato?
da L’uomo che guardava passare i treni di George Simenon

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